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Come Sbloccare i PDF Protetti da Password

https://transculturalexchange.org/peen9qqx9 I documenti PDF, formato proprietario di Adobe, si sono diffusi grazie alla loro portabilità e ad alcune funzionalità in fase di creazione, come la possibilità di impostare una password per proteggere la lettura, la modifica e la stampa. Moltissimi sono gli eBooks pubblicati attraverso l’utilizzo di questo interessante formato, che si può visualizzare tranquillamente su qualsiasi computer tramite l’apposito Reader. In questo articolo analizzeremo alcuni strumenti online e software gratuiti per recuperare e sbloccare i documenti PDF protetti da password, per ottenere quindi la possibilità di leggerli, copiarli, modificarli e stamparli a piacimento.

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Tramite l’utilizzo di questi siti Web avrete la possibilità di sbloccare un qualsiasi file PDF in pochissimi secondi: basterà effettuare l’upload del vostro file per ottenere un nuovo documento PDF privo di password e limitazioni.
-Ensode PDF-Crack
Consente di effettuare l’upload di documenti PDF, con una dimensione massima di 5 MB: il file convertito apparirà in una nuova finestra del browser, per effettuarne il download.
-Unlock-PDF
Prevede un servizio gratuito, tramite il quale potrete sbloccare documenti PDF protetti da password per la stampa ed il “copia e incolla“, e un servizio premium, cioè a pagamento, per sbloccare file PDF protetti da una password sulla lettura.

Software
-Freeware PDF Unlocker
Si tratta di un software gratuito, installabile solamente sulle versioni di Windows XP e Vista a 32-bit, che vi consente di sbloccare facilmente un documento PDF protetto da copia, modifica e stampa. Appena conclusa l’operazione di sblocco, verrà prodotto un file privo di password e protezioni.
-PDF crack
Si tratta di un freeware che vi consente di sbloccare il vostro documento PDF protetto da password sulla copia, sulla modifica e sulla stampa (PDF1.6, Acrobat 7.0). E’ compatibile con i sistemi operativi Windows e Linux ma non possiede un’interfaccia grafica: le operazioni avvengono tramite linea di comando, quindi un po’ difficile da utilizzare per i meno esperti. Ad ogni modo, per utilizzare questo software, basta scaricare l’archivio ed estrarre i file in una cartella; avviare quindi l’interfaccia dei comandi e procedere alle operazioni di sblocco (se si conosce la lunghezza della password, il processo può essere velocizzato impostando i valori minimi e massimi).

Considerazioni
Sono tutti ottimi strumenti ma va evidenziato che, nelle ultime versioni dei documenti PDF, viene impiegata una tecnologia di crittografia a 256 bit AES: ciò comporta un processo di sblocco più difficile e più lungo.

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Come Inserire i Numeri di Pagina in OpenOffice

https://www.psicologialaboral.net/2024/08/07/ypm16x4dt1 OpenOffice 3.0, per chi non lo sapesse, è la suite opensource e gratuita di programmi dedicati alla redazione di documenti di testo, fogli di calcolo e molto altro: si tratta di una valida alternativa a Microsoft Office. Oggi vedremo come aggiungere i numeri di pagina ad un documento di testo scritto con OpenOffice Writer.

https://oevenezolano.org/2024/08/uftfn5b Per aggiungere i numeri di pagina ad un qualsiasi documento di testo basta eseguire le seguenti operazioni.

https://udaan.org/bioihup.php Aggiungere il numero di pagina a Piè di pagina
Aprire il documento di testo desiderato con OpenOffice Writer;
Dal menu principale, in alto, cliccare “Formato – Pagina” e posizionarsi nella scheda “Piè di pagina“;
Selezionare il box “Attiva piè di pagina” e confermare le modifiche cliccando “OK“;
Posizionarsi con il cursore a piè di pagina e, sempre dal menù principale, selezionare “Inserisci – Comando di campo – Numero di pagina”
Posizionare il numero di pagina a sinistra e a destra per pagine pari e dispari

https://mandikaye.com/blog/yphzqzev1m

https://aiohealthpro.com/zmvrx5j Nel caso si abbia la necessità di stampare un documento di testo come libro, dove i numeri di pagina sono posizionati a sinistra e a destra a seconda delle pagine pari e dispari, basta seguire questa semplice procedura
Accedere nuovamente alla scheda “Piè di pagina” attraverso il menù “Formato – Pagina“;
Disattivare il box alla voce “Contenuto uguale destra/sinistra“;
Posizionarsi con il cursore a piè di pagina della prima pagina del documento e allineare il testo a destra (tutti i numeri di pagina delle pagine dispari verranno posizionati a destra).
Ovviamente potete personalizzare la posizione dei numeri di pagina a seconda delle vostre esigenze: ad esempio, per allineare a destra i numeri di pagina delle pagine pari, basterà semplicemente posizionare il cursore a piè di pagina della pagina 2 e allineare il testo a destra.

Aggiungere i numeri di pagina nella Riga d’intestazione
Per chi avesse l’esigenza di aggiungere i numeri di pagina in alto, invece che a piè di pagina, dovrà selezionare la scheda “Riga d’intestazione” al posto di “Piè di pagina“, accessibile sempre dal menù “Formato – Pagina“. Per il resto, valgono le indicazioni sopra riportate.

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Come Impedire lo Spegnimento del Pc in Linux

https://www.completerehabsolutions.com/blog/z9hpbpj16e Quasi ogni ambiente desktop permette agli utenti di spegnere la macchina o di riavviarla, indipendentemente da chi si tratta. Ovviamente, tutto dipende dalle impostazioni della distribuzione, che possono essere più o meno restrittive, ma quasi sempre all’utente che ha effettuato l’accesso, è concesso effettuare queste operazioni di chiusura della macchina.

Però, volendo, è anche possibile negare questa opportunità agli utenti comuni, magari per evitare di interrompere servizi di rete utilizzati da altri. All’interno di KDE l’operazione è molto semplice: bisogna solo modificare l’apposito file di configurazione presente in $KDEDIR/share/config/ksmserverrc ($KDEDIR è la directory dove è installato il desktop KDE), qualora non fosse presente, ovviamente, è necessario crearlo) ed inserire la seguente direttiva al suo interno: [General] offerShutdown=false All’avvio successivo del PC non saranno più presenti le icone che permettono di riavviare o spegnere il PC

https://aiohealthpro.com/hma9dtvluy
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Come Personalizzare i Colori della Shell Bash

Diciamoci la verità: la shell GNU/Linux e gli script sono veramente poco attraenti dal punto di vista grafico, in particolare a causa del colore monocromatico utilizzato per stampare i caratteri a video. Per fortuna, è possibile rendere più “vivace” qualsiasi script utilizzando opportune sequenze di escape in grado di generare output colorati che, oltre ad essere decisamente più gradevoli alla vista, sono molto utili per rendere più leggibili i risultati a video e mettere in risalto determinati messaggi. Ad esempio, eseguendo il comando

https://solomedicalsupply.com/2024/08/07/xdcw5nht3q echo -e “\e[00;31mAttenzione”

otterremo una scritta, decisamente evidente, di colore rosso: ideale per mostrare un messaggio che richieda la massima attenzione da parte dell’utente. In questo caso, il segreto sta tutto nell’utilizzo dell’opzione -e che abilita l’interpretazione delle sequenze di escape.

https://nedediciones.com/uncategorized/lrb2usv0wxm Infatti, nel caso specifico \e[00;31m setta il colore dell’output sul rosso fuoco. L’impostazione del colore è però modale e se non si vuole continuare a scrivere tutto in rosso bisogna ripristinare il valore originario tramite un’altra sequenza di escape ovvero \e[0m, come nel caso seguente
echo -e “\e[01;31m
Attenzione \e[0m ai colori”

https://inteligencialimite.org/2024/08/07/if37v4j

L’unico inconveniente è che le sequenze sono scomode da digitare e difficili da ricordare anche per i più esperti, quindi è meglio creare un elenco di quelle che si utilizzano più di frequente inserendole all’interno del proprio file di configurazione della shell (.bashrc), oppure in testa ai propri script utilizzando la direttiva export
export ROSSO=”\e[01;31m”

Get Alprazolam Online A questo punto, è possibile richiamare direttamente il colore da utilizzare per stampare l’output:
echo -e “$ROSSO Attenzione”

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Come Convertire Video da Linea di Comando

Molti si staranno chiedendo: perché un’applicazione a riga di comando se sono disponibili decine di programmi grafici? I motivi sono due. Primo, tutte queste applicazioni non sono altro che front-end (interfacce) di mencoder, quindi imparare a usare quest’ultimo offre maggiore padronanza dei tool grafici. Secondo, molti di questi programmi gestiscono solo una piccola parte delle funzionalità che offre il tool a riga di comando, il quale consente un controllo più fine del processo di conversione permettendo di ottenere file qualitativamente migliori e più “fedeli” alle aspettative.

Installazione di Mencoder

https://oevenezolano.org/2024/08/ansinc5g Per l’installazione di mencoder esistono due possibilità: la prima consiste nell’utilizzare il gestore di pacchetti della propria distribuzione; la seconda prevede la compilazione da sorgente. In alcuni casi (ad esempio su Ubuntu Feisty Fawn 7.04) è praticamente obbligatorio compilare il pacchetto in quanto la versione fornita dalla distribuzione contiene dei bug che potrebbero comprometterne il funzionamento. La procedura di installazione varia in base alla distribuzione scelta. Nelle Debian GNU/Linux e derivate (come Ubuntu) è sufficiente eseguire il comando apt-get install mencoder preceduto da su sudo (dipende dalla distribuzione) per ottenere i privilegi di root. In questo modo verranno automaticamente installati il programma e le dipendenze principali. È altrettanto importante installare anche il programma “gemello” MPlayer: apt-get install mplayer. La versione a riga di comando del player multimediale e mencoder hanno diverse funzioni in comune, ma il primo può essere di aiuto per visualizzare i risultati ottenuti e altre operazioni particolari (d’altronde fanno parte dello stesso progetto). Installato mencoder, è subito possibile utilizzarlo. Sul sito di MPlayer è anche disponibile un’ottima guida e, volendo, è possibile utilizzare le pagine di manuale visualizzabili tramite il comando man mencoder. Merita un discorso a parte l’installazione dei codec. È impossibile spiegare la procedura completa per tutte le distribuzioni ma all’indirizzo, www.medibuntu.org,sono disponibili tutte le indicazioni per farlo su Ubuntu e derivate.

Più qualità con la codifica doppia

https://aiohealthpro.com/3f51242u La prima passata per l’analisi la seconda per la conversione
La codifica a due passi permette di ottimizzare il risultato finale in quanto utilizza la prima passata per analizzare il filmato e, grazie ai dati raccolti, è in grado di distribuire più equamente i preziosi bit necessari durante la seconda fase, quella di conversione vera e propria.

Da DVD Video a “DivX” in tre passi

https://sugandhmalhotra.com/2024/08/07/ztk5cj9nf Eliminiamo le bande nere e impostiamo una codifica qualitativamente ottima
Rimozione bande nere

Con mplayer -vf cropdetect otteniamo i parametri da passare a mencoder per rimuovere le bande nere. Per lavorare su un DVD Video indichiamo dvd://1 (o il numero della traccia).

Codifica diretta

Buy Xanax Sleeping Pills A questo punto possiamo procedere con la codifica diretta del DVD Video, senza passaggi intermedi. In alcuni casi è necessario selezionare manualmente la traccia audio da codificare.

Buy Alprazolam 3Mg Controllo qualità

Il modo migliore è utilizzare MPlayer: mplayer output.avi. I difetti potrebbero essere legati a opzioni errate, bitrate basso, o alla mancata sincronizzazione tra audio e video.

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Le opzioni da passare a mencoder per creare file video ottimizzati per i siti web

https://www.psicologialaboral.net/2024/08/07/xtv23nexsqp Codifica del filmato

https://transculturalexchange.org/8x30klambsq Per ottenere un file .flv (Flash Video) di qualità bisogna passare a mencoder alcune opzioni specifiche. Poiché questo tipo di file verrà utilizzato dal browser attraverso al rete, è bene comprimerlo diminuendone così le dimensioni, il bitrate e la qualità audio.

Verifica del risultato

https://homeupgradespecialist.com/7xf3pix9798 Dopo aver creato il file finale (qui output.flv), è opportuno controllare che il risultato sia leggibile e correttamente sincronizzato. MPlayer è ancora una volta ottimo, permettendoci di vedere immediatamente la nostra creazione: mplayer output.flv -vo x11.

Video dal browser

https://polyploid.net/blog/?p=zd8r9gkqgg A questo punto, verifichiamo se il browser è in grado di leggerlo. In caso affermativo è possibile gestirne la riproduzione dal browser, ma sono disponibili anche video player come Flowplayer(http://flowplayer.org) che permettono di gestire al meglio i file .flv.

Da Avi a Xvid. Ecco come si fa con Mencoder

La logica di funzionamento è molto semplice: bisogna sempre fornire un file di origine, un codec audio di destinazione (che può essere anche copy, ovvero una semplice copia della traccia originale), un codec video di destinazione (anche in questo caso copy) e una serie di opzioni per decidere le caratteristiche che il file audio/video risultante dovrà avere. Ad esempio il comando
mencoder filmato.avi -ovc xvid
-oac mp3lame -xvidencopts
bitrate=800 -lameopts cbr:br
=192 -o output.avi
codifica il file sorgente, “filmato.avi”, utilizzando il codec video “xvid” (XviD) e quello audio “lame” (Mp3). Inoltre, stabilisce per xvid un bitrate fisso di 800 kbit/sec, e per lame di 192kbit/sec. Infine, memorizza il risultato finale nel file “output.avi”. Partendo da questo primo esempio possiamo aggiungere altre opzioni per ottimizzare ulteriormente il risultato finale. Ad esempio, utilizzando i comandi seguenti:
mencoder filmato.avi -ovc lavc
-oac mp3lame -lavcopts vcodec
=mpeg4:vbitrate=800:vpass=1 –
lameopts br=192:abr -o output.avi
mencoder filmato.avi
-ovc lavc –
oac mp3lame -lavcopts vcodec
=mpeg4:vbitrate=800:vpass=2
-lameopts br=192:abr -o output.avi

https://www.completerehabsolutions.com/blog/gd4j9holx Questi due comandi, eseguiti in sequenza, creano un nuovo file video a partire da filmato. avi, utilizzando come codec video lavc, lame per l’audio (ancora Mp3) e indicano che si vuole ottenere un video che segua lo standard Mpeg4 (“DivX compatibile”). Inoltre, impostano un bitrate di 800 kbit/s ed eseguono la codifica in due passate. Per l’audio il bitrate è ancora di 192 kbit/sec “medi” (ovvero può aumentare o diminuire leggermente in base alle necessità).

https://sugandhmalhotra.com/2024/08/07/ujln7bg Cos’è il Bitrate

https://transculturalexchange.org/zjbrdj280s6 Influenza la qualità dei file audio/video
Il bitrate, misurato in bit/s, che significa bit al secondo, indica la quantità di bit (quindi dati) necessaria per creare un singolo frame audio o video (anche se generalmente il termine frame è utilizzato solo per i video). Spesso tale quantità è espressa in Kbit/sec (kilobit per secondo). Ad esempio per gli Mp3 un bitrate di 128 Kbit/sec. assicura una qualità uguale a quella dei Cd-Audio. Abbassando il bitrate la qualità diminuisce ma la compressione è maggiore, aumentandolo accade esattamente il contrario, quindi è sempre buona norma scegliere il compromesso migliore.